Nel 2016 ha compiuto un quarto di secolo. E’ l’ente filantropico più grande del Paese e nei suoi quasi 26 anni ha donato 2,8 miliardi e sostenuto oltre trentamila progetti.

Ma come sintetizza il suo presidente Giuseppe Guzzetti, i numeri contano però da soli non bastano: «Non dimentico mai di ricordare che il valore ancor più grande è quello dell’innovazione sociale che abbiamo saputo realizzare e delle tante storie di persone che hanno lavorato con noi o che hanno beneficiato dei progetti, dal sociale, alla ricerca scientifica, fino all’ambito culturale ed ambientale». Tante cose alle spalle e tante ancora da fare per l’assistenza agli anziani e ai disabili, per risanare i quartieri degradati ma anche per costruirne altri con nuovi criteri, come “Cenni”, il quartiere di housing sociale a Milano, dove in bellissimi appartamenti ecosostenibili a prezzo calmierato vivono studenti fuori sede, famiglie e giovani coppie.

Un impegno sociale che non ha trascurato iniziative per il  sostegno dell’occupazione giovanile, come NEETwork, un grande progetto dedicato ai giovani dai 18 ai 24 anni che  hanno precocemente abbandonato gli studi e si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro e le 10 mila opportunità di lavoro costruite con le aziende e confluite nell’iniziativa “Cariplo Factory”, un grande polo di open innovation e valorizzazione dei giovani talenti.

Un quarto di secolo più un anno in cui gli sforzi della Fondazione si sono concentrati anche nel sostegno alla cultura e alla ricerca, nella rinascita delle periferie, nella promozione degli stili di vita green, nella costruzione di un welfare non più assistenziale ma partecipato dalla comunità, di volta in volta immaginando e attuando progetti sintonizzati sul Paese reale. E su vecchie e nuove emergenze, a volte palesi, a volte più sommerse, come rileva Guzzetti: «Milano è una città che vive una profonda contraddizione: da una parte energica e viva, motore e cuore pulsante della Lombardia e per certi versi dell’Italia intera, dall’altra una metropoli dove sopravvivono 13mila bambini che non hanno cibo a sufficienza per sfamarsi. Fondazione Cariplo intende spezzare questa catena che tiene imprigionati bambini e famiglie». L’ultima grande sfida è, infatti, il “Patto di Milano contro la povertà infantile” per cui la Fondazione Cariplo ha già stanziato 12 milioni di euro e coinvolto Fondazione Vismara e Intesa San Paolo. Una chiamata in causa verso aziende e cittadini, con l’obiettivo di raccogliere 25 milioni di euro e costruire un piano triennale per aiutare le famiglie a uscire dal bisogno: «Dobbiamo attivare, mobilitare e integrare tutte le risorse esistenti, indirizzandole di più e meglio verso chi è in difficoltà. Possiamo farcela. » conclude Guzzetti.