COS’È DI PUBBLICA UTILITÀ

Pubblica Utilità,un valore per chi opera nella società.

Amministratori, imprenditori, cittadini…cioè per tutti

Il concetto di utilità pubblica nel terzo millennio non è più legato esclusivamente alla pubblica amministrazione, quanto piuttosto ad una pluralità di soggetti.  Di Pubblica Utilità è quindi un’impresa che cresce e produce valore insieme al territorio ed alle persone. Di Pubblica utilità è la partecipazione attiva dei cittadini, nella cultura, nel territorio e nella comunità. Di pubblica utilità è l’attività del terzo settore che attraverso il volontariato, la mutualità e la produzione di beni e servizi persegue finalità di interesse generale. Di Pubblica utilità è un’amministrazione trasparente e collaborativa, che pensa e eroga servizi di alta qualità insieme alla comunità. Di pubblica utilità è un festival che da voce a tutti coloro che costruiscono e che credono nel valore di ciò che è pubblico.
Un momento d’incontro tra realtà diverse: dal macro al micro; dal pubblico al privato, dalle imprese alle no profit.

Tante tessere dello stesso mosaico: il valore pubblico.

Dal comune di Essen che, grazie a un innovativo metodo di gestione idrica, ha depurato il bacino idrografico della città, fino ad allora uno dei più inquinati d’Europa1 , ai cittadini napoletani che hanno raccolto oltre un milione e mezzo di euro per ricostruire la Città della Scienza, alle grandi public utilities italiane, impegnate a garantire a quasi 8 milioni di cittadini l’accesso a servizi essenziali come acqua, elettricità, trasporti, arrivando alla Rai, chiamata oggi a ridefinire il proprio ruolo di servizio pubblico in relazione a nuove sfide, come, ad esempio, quella della digitalizzazione.
Ma anche imprese come la startup Open Biomedical Initiative che attraverso un crowdfunding globale stampa protesi in 3d per i bambini mutilati da ordigni di guerra, con un costo infinitamente inferiore rispetto alle normali protesi meccaniche.

Il mondo dell’open source e del creative commons.

Il mondo dell’open source e del creative commons – rappresentato in Italia, fra gli altri, da Arduino – dove il contributo di ciascun utente si traduce in valore per tutti, creando opere “aperte” sempre migliorabili. E ancora: storie di cooperative sociali, di consumo e utenza, di no profit e fondazioni, di istituzioni e imprese, di individui e comunità. Di soggetti che ripensano se stessi e il loro ruolo pubblico. Tutti, nessuno escluso.