Il pubblico è una dimensione del valore che riguarda tutti e alla quale contribuiscono tutti, salvaguardata da regole che sono definite e protette da tutti.
In base alla sua esperienza e alle sue competenze, come definirebbe, oggi, il concetto di “pubblico”?

Si direbbe che si stia superando la connessione troppo stretta tra l’idea pubblico e lo stato. L’esperienza della crescente consapevolezza ecologica da una parte e dall’altra la cultura dell’internet ha ricreato attenzione intorno ai beni comuni, che a loro volta contribuiscono alla nuova nozione di “pubblico”. Si arriva a immaginare il pubblico come una dimensione del valore che riguarda tutti e alla quale contribuiscono tutti, salvaguardata da regole che sono definite e protette da tutti.


Quali possono essere le caratteristiche e gli ambiti che associa all’idea di “pubblico”? Quali le loro peculiarità?

Il bene comune, l’interesse di tutti, la dimensione pubblica, sono concetti i cui confini tendono a ridefinirsi e che sono sfidati da nuove alternative. E hanno a che fare con i sistemi decisionali partecipati da tutti, con le regole e le piattaforme attraverso le quali tutto questo avviene, in relazione a beni e valori che sono condivisi da tutti. In questa dimensione l’altruismo e l’egoismo si confondono. Il tempo del pubblico è lungo, l’utilità del pubblico vale per le presenti e le future generazioni.


In base alla sue esperienza, ci sono nuovi settori/ambiti emergenti che possono essere oggi collegati al’idea di pubblico?

La privatizzazione e tribalizzazione della sfera pubblica, nel mondo dell’informazione, prosegue. La grande area culturale del pubblico e del bene comune creata dalla rete internet rischia di essere espropriata dalle piattaforme private e snaturata. Come del resto avviene a ogni bene comune ambientale: dall’oceano all’atmosfera. Con conseguenze rilevanti per tutti.


Quali sono secondo lei i soggetti che si muovono nel perimetro del “pubblico”?

I sistemi istituzionali sono evidentemente in prima fila. Ma sono importanti tutti i gruppi che si occupano del bene comune, che producono innovazione socialmente avvertita, che alimentano cultura che ha conseguenze sulla visione del mondo orientata al lungo termine, al valore della comunità e dell’ambiente nel quale si sviluppa l’esperienza umana.


Guardando al prossimo futuro, come immagina che si evolverà l’idea di pubblico? Quali dinamiche interesseranno questo ambito?

Il conflitto tra la privatizzazione su base finanziaria di ogni aspetto della vita comune e il recupero di consapevolezza del valore della convivenza pacifica e del rispetto ambientale è il luogo nel quale si vedrà l’evoluzione del concetto di pubblico. La soluzione di quel conflitto genererà il nuovo concetto di pubblico. E non sarà la rinascita di corpi intermedi che avevano senso in un’epoca precedente, ma certamente ha a che fare con nuove piattaforme di aggregazione sociale e civica, sostenute da valori di lungo termine e di sostenibilità.