La tutela della salute del singolo passa dalla comunità.
Lo sanno bene in Piemonte dove, da qualche mese, è partito il progetto Consenso, un acronimo inglese (Community Nurse Supporting Elderly iN a changing Society) che sottolinea proprio il ruolo dell’infermiere di comunità nel creare le condizioni migliori per garantire la qualità della vita e la salute degli anziani che abitano in zone montane e rurali, consentendo loro di vivere a casa propria il più a lungo possibile e con il supporto di un professionista qualificato. In pratica un collegamento tra l’anziano e i servizi disponibili su un territorio che di per sé è già complicato da vivere quando si è giovani e in salute. Il progetto è triennale, è finanziato dall’Unione Europea e coinvolge cinque regioni dello Spazio Alpino: il Piemonte è capofila, ma ci sono partner provenienti da Austria, Francia, Italia e Slovenia. Si tratta di un nuovo approccio con l’utente ultra 65enne. L’assistenza territoriale cambierà profondamente nei prossimi anni e il ruolo dell’infermiere diverrà ancora più centrale. Nelle due valli, gli ultra 65enni sono oltre il 21% della popolazione, i tre quarti denunciano almeno una malattia cronica e sono consumatori abituali di farmaci: quella che si sperimenta qui è una presa in carico proattiva, l’infermiere dialoga e informa gli anziani, attivando interventi, sia direttamente, sia in collaborazione con il medico di medicina generale. Offre suggerimenti per la sicurezza in casa, promuove l’alimentazione sana, l’attività fisica e le attività di svago, ma non solo. Le infermiere sono state scelte anche in relazione al radicamento con il territorio: basti pensare che le brochure informative distribuite alla popolazione per spiegare il nuovo servizio riportano anche alcune frasi in lingua occitana. L’Accademia di Medicina ha sviluppato una app che gli infermieri aderenti al progetto possono utilizzare per aggiornare la lista degli assistiti, dei loro farmaci, delle visite e per raccogliere le interviste di apertura (circa 150 domande), il piano di azione individuale e le interviste di chiusura, in modo da renderle analizzabili a sperimentazione conclusa. Gli infermieri coinvolti sul campo sono 2 di Asti, 4 di Genova, 4 di Cuneo, 3 di Verbania, 7 austriaci, 2 francesi e 4 sloveni. Il report, parziale, ricavabile dall’applicazione, parla di 6.732 over 65 contattati, 7.510 visite, 4.265 interviste di apertura, 3.847 piani di azioni individuale, 858 interviste di chiusura. L’iniziativa ha avuto un tale successo che anche altri territori del Piemonte hanno chiesto di essere coinvolti da Novara ad Asti, sino alla provincia del Verbano-Cusio-Ossola.